Sapevamo che andavamo verso l’ignoto, anche se ci eravamo informati per quanto possibile sulle tracce GPS di un certo Davide Travelli, ma mai avremmo immaginato cosa ci aspettava.
Partiti alle 7:30 dalla cabaña di Nora, per essere dai Carabineros cileni prima dell’apertura alle 8, le lungaggini burocratiche ci hanno fatto iniziare l’avventura alle 10, sul pick up dei Carabineros che ci ha dato un passaggio oltre il fiume, dicendoci di proseguire “parà ia’”. Ci siamo scaldati con un attraversamento volante di un cancello che ci ha portati alla frontiera con l’Argentina, che abbiamo passato letteralmente strisciando sotto una recinzione … spettacolare… e già qui ci siamo resi conto che non vi era alcuna indicazione fisica di dove andare. O non c’era alcun sentiero, o ce ne erano tanti… per cui viva il GPS che andava ovviamente interpretato.
Quindi districandoci tra alberelli e un piccolo ponticello di legno, abbiamo raggiunto il primo guado seguito dal pantano; tutti noi eravamo pronti a toglierci le scarpe a parte l’eroico Alberto che con le sue scarpe che oramai utilizza anche alle feste, ha guadato sia il ruscello che il pantano; non contenti ci aspettava una salita a spinta verso un piccolo altopiano e raggiunto quello ci siamo trovati in un mare di rovi spinati a 360 gradi. Tra sentieri veri e finti, ecco arrivare le prime forature. Turi ha avuto l’onore, anche perché apriva spesso il percorso. Tra noi c’era chi ci provava e chi seguiva, ma in effetti eravamo in un labirinto nel quale chi ci provava rischiava di trovarsi dietro chi seguiva!
Fiduciosi siamo approdati in vista della mitica “Passerella “, ponte tibetano menzionato nelle saghe epiche della Patagonia. E qui ci siamo sbizzarriti nelle varie metodologie di attraversamento, approdando a quella del gambero (all’indietro). Passato quello, ecco un’altra foratura nel letto del torrente e poi il guado sui sassi, seguito da un altro più impegnativo per la profondità che metteva a rischio il motore elettrico.
Da qui in poi la nostra avventura è proseguita nella foresta incantata di Hansel e Gretel, dove tra i bellissimi praticelli verdi e alberi maestosi ci aspettavamo succedesse qualcosa da un momento all’altro … ed ecco spuntare come per incanto una mandria di cavalli selvaggi, con al seguito i puledrini zompettanti … sembrava un sogno, risvegliato da un altro guado di acqua gelida.
Dopo una ulteriore foratura ecco spuntare la casa della Gendarmeria Argentina … erano passate 6 ore! Dopo avere giocato ad indovinare i numeri di passaporto con il doganiere, ci siamo messi a pedalare per gli ultimi 27 Km, pensando di essere quasi al termine … ma quando mai! La foratura del Gigi l’ha mandato a tutta velocità verso la meta per non fare sgonfiare la gomma, ma nella traiettoria si è trovato Antonio che è stato investito a tutta velocità dal nuovo smilzo. Poi foratura di Alberto, seguita dalla doppia foratura di Nicola che ha terminato l’avventura a piedi, dal cancello dell’estancia in poi.
Arrivati sfiniti non ci rendevamo bene conto di quanto era successo. I Carabineros ci sembrano di una settimana prima … ma ce l’avevamo fatta!!! I primi di quest’anno a passare la frontiera in bicicletta.