FINALMENTE L’INCONTRO CON IL PERITO MORENO

27 dicembre 2024

Finalmente il giorno del Perito Moreno.

Decidiamo di andare in bici in 5, uno di noi (Nicola) preferisce venire in camper (così può essere anche di supporto se succede qualcosa).

Siamo emozionati perché il Perito Moreno è una delle tappe iconiche del viaggio ma anche preoccupati perché i 75 km di bici sono contro vento. Mal che vada saliamo tutti sul camper.

Capiamo subito che non sarà facile: il vento non è fortissimo (circa 20 km orario) ma soffia contro di noi. Procediamo a circa 17-18 all’ora e a metà strada incontriamo un infinito gregge di pecore governato dai Gauchos a cavallo e da un gran numero di cane pastore che corrono senza sosta dietro alle pecore indisciplinate.

Al 40esimo km sembra di sognare: dopo una curva il vento gira a favore e voliamo a 40 all’ora ma dura solo 3 km.

Dopo l’entrata al Parco la solita maledizione delle forature: tocca alla ruota posteriore di Alberto.

Dopo 4 ore, all’improvviso il Perito Moreno dall’alto.  Rimaniamo senza fiato. Il nome del ghiacciaio rende omaggio a Francisco Pascasio Moreno (1852-1919), scienziato, esploratore e geografo argentino, il cui ruolo fu determinante, tra la fine del XIX secolo e i primi anni del Novecento, nella definizione dei contesi confini tra Cile e Argentina: Moreno riuscì infatti a stabilire in maniera inequivocabile che una parte – sia pure minoritaria – dell’immenso Campo di ghiaccio Patagonico Sud (la terza riserva di acqua dolce al mondo dopo Antartide e Groenlandia), fino a quel momento interamente attribuito al Cile, era invece di pertinenza dell’Argentina. Nel 1896 Moreno era stato nominato dal governo argentino “Perito” nella Comisión de Límites entre Argentina y Chile, che avrebbe dovuto porre termine alla contesa sui confini, e il ghiacciaio porta il suo nome in segno di gratitudine per il successo conseguito.

Il ghiacciaio sembra un immenso mare bianco che avanza verso di te.

Finalmente dopo 4 ore e mezzo arriviamo.

Prima percorriamo a piedi le “passerelle” dalle quali si vede il ghiacciaio di fronte e poi prendiamo una barcaza per vederlo di lato dal lago.

Verso le 16 abbiamo finito. Pierluigi e Fabio decidono di fare anche il ritorno in bici, gli altri li guardano perplessi e tornano in camper.

Il ritorno in bici è col vento a favore: poco più di due ore per fare 75 km. Si vola.

La sera Stefano e Alberto preparano una cena a base di riso e verdura (desiderata da tutti dopo tante cene pesanti) e si discute del programma dei giorni successivi.

Poi si dorme ma chiudendo gli occhi ricompare l’immenso ventisquero ……

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