RUTA DEL FIN DEL MUNDO

02 gennaio 2025

Dopo una bella colazione si parte in bici per Puerto Natales, su un fiordo del Pacífico a 60 km di distanza.

Solo l’altro ieri eravamo a Rio Gallego sull’Atlantico e ora, dopo 340 km, siamo sull’altro oceano…l’America del Sud inizia a restringersi.

In programma quindi 120 km (60 per andare e idem il ritorno).

La strada si chiama “Ruta del fin del mundo” perché il mondo finisce dove finisce la strada.

Incontriamo prima i Gauchos a cavallo che fanno muovere una mandria, poi dei cavalli liberi, poi una distesa infinita di margherite che sembrano impazzite perché spazzate dal vento. Sono bellissime e allora non possiamo non fermarci per cantare Margherita di Cocciante.

Dopo 3 ore contro vento (20km orari) arriviamo a Puerto Natales.

Siamo accolti dai simboli della cittadina.

La statua dell’enorme bradipo i cui resti sono stati trovati solo alcune decine di anni fa.

L’enorme mano che accoglie chi arriva dal mare e l’insegna della città.

Sono le 12.30, stanchi morti, ci infiliamo in un bel ristorante tipico “Escondita” con una vista splendida sul mare che però non impedisce a Stefano di fare il meritato sonnellino.

Dopo pranzo al museo di storia della Patagonia dove scopriamo che gli indigeni (tehuelche) venivano catturate ed esibite nei giardini zoologici di Parigi, Londra e Genova fino al 1881!

Dopo il museo quasi tutti sono troppo stanchi per tornare in bici e decidono di andare alla distilleria del Gin “last hope”. Il pomeriggio però è bellissimo e io decido di tornare da solo.

Buona notte

Fabio

Ruta del fin del mundo
incontro con i gauchos
Cavalli in libertà

Distesa di margherite

Il nostro omaggio a Cocciante

Statua del bradipo
Mano che accoglie i viaggiatori
Insegna della città
Il ristorante Escondita
Vista sul mare
Ritorno in solitaria

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