Dopo una bella colazione si parte in bici per Puerto Natales, su un fiordo del Pacífico a 60 km di distanza.
Solo l’altro ieri eravamo a Rio Gallego sull’Atlantico e ora, dopo 340 km, siamo sull’altro oceano…l’America del Sud inizia a restringersi.
In programma quindi 120 km (60 per andare e idem il ritorno).
La strada si chiama “Ruta del fin del mundo” perché il mondo finisce dove finisce la strada.
Incontriamo prima i Gauchos a cavallo che fanno muovere una mandria, poi dei cavalli liberi, poi una distesa infinita di margherite che sembrano impazzite perché spazzate dal vento. Sono bellissime e allora non possiamo non fermarci per cantare Margherita di Cocciante.
Dopo 3 ore contro vento (20km orari) arriviamo a Puerto Natales.
Siamo accolti dai simboli della cittadina.
La statua dell’enorme bradipo i cui resti sono stati trovati solo alcune decine di anni fa.
L’enorme mano che accoglie chi arriva dal mare e l’insegna della città.
Sono le 12.30, stanchi morti, ci infiliamo in un bel ristorante tipico “Escondita” con una vista splendida sul mare che però non impedisce a Stefano di fare il meritato sonnellino.
Dopo pranzo al museo di storia della Patagonia dove scopriamo che gli indigeni (tehuelche) venivano catturate ed esibite nei giardini zoologici di Parigi, Londra e Genova fino al 1881!
Dopo il museo quasi tutti sono troppo stanchi per tornare in bici e decidono di andare alla distilleria del Gin “last hope”. Il pomeriggio però è bellissimo e io decido di tornare da solo.
Buona notte
Fabio
Distesa di margherite
Il nostro omaggio a Cocciante